Il diario ritrovato di S.H.B. (Parte I)

Premessa
Buona sera a tutti.
Una premessa. Dal momento in cui la sezione “Tante Storie” non include solo storie di ambientazione Tolkeniana e dal momento che non preclude da altri mondi, ecco che la mia testolina, in concomitanza con altri fatti paralleli, ha sviluppato una storia in ben 10 minuti (il tempo che impiego dall’università alla stazione dei treni). E ovviamente è più complessa di quel che non sembra. E non solo è più complessa: è addirittura parecchio intrigante.
Tuttavia non è una lettura tranquilla: ovvero, se temete gli incubi di notte, non leggetela. Solo dall’inizio capirete come mai.

Non vi preannuncio nulla perché è giusto che leggiate da voi. Vi dico che non finisce qui (come avrete notato dal titolo). E non solo non finisce qui: ma proseguirò. Una o forse più volte alla settimana… Per chi avesse letto i “piccoli brividi”: quelli erano niente in confronto.
Lótë Lómëo

IL DIARIO RITROVATO DI SAMANTHA HIRM BLADE. (Parte I)

14 Tr. a.c

Caro diario,
oggi siamo arrivati nella nuova casa. Dire che è un tugurio è fare un complimento: è diroccata, sporca, scrostata, sa di muffa al solo guardarla e secondo me le infrastrutture sono marce. Decadente, ecco com’è. Uno schifo unico.
Mia madre ha detto che era l’unica cosa disponibile in questo buco di paese dove hanno trasferito papà.
Mimy ha già cominciato a frignare: è fredda, fa paura, scricchiola tutto anche se respiri…
Papà dice che basta un po’ di forza di volontà, qualche spesa e tornerà nuova e più bella di una reggia. Peccato che ciò avvenga solo nei film, dove c’è una troupe che lavora apposta per ristrutturare una cosa simile.
Mamma dice che siamo noi la troupe.
Sì. Mimy che ha sei anni, Jin che ne ha quattordici, Cloe che pensa solo ai suoi esami, papà che lo si vede per le feste di Trasgen e la mamma che deve tenere testa ai conti. Ah, e ovviamente io, Jessy la sciroccata, Jessy la sfigata, Jessy-prendimi-questo, Jessy-consola-Mimy e Jessy-quante-volte-ti-ho-detto-di-non-disturbarmi.
Ah, già. Dimenticavo. Jessy-sei-una-pulce-lasciami-in-pace.
Penso che l’unico che farà veramente qualcosa è Yri, il nostro cane. Lui fa sempre qualcosa: ci sopporta. Da sette anni a questa parte. Lui è l’unico che ascolta tutti senza dire niente, senza lamentarsi. In cambio vuole solo un giaciglio, il pasto regolare e la libera uscita.

Ecco che rompono. Devo aiutare i facchini con gli scatoloni del trasporto. Cielo! Saranno facchini per qualcosa, no?

15 Tr. a.c.

Caro Diario,
sto posto prima apparteneva a una famiglia odiata da tutti in paese. Ottimo inizio, direi. L’ho scoperto a mie spese stamani, a scuola.
Sono stata presentata dalla prof. E fin qui tutto bene. Poi mi hanno chiesto dove abito. Ancora adesso mi chiedo perché non ho tenuto la bocca chiusa: la casa della strega, la casa della ladra, la casa dei morti, la casa dei fantasmi, la casa maledetta. Tutti gli aggettivi più ributtanti erano sulle loro labbra.
Mamma dice che non devo ascoltarli. Sì, ma intanto mi evitano. Evitano anche Mimy: povera piccola! Ha pianto tutto questo pomeriggio. A Jin non frega niente, lui non si è mai integrato e gli va bene così. Cloe deve ancora mettere fuori il naso, quindi non ha di che lamentarsi. L’importante è non muoversi troppo, di tenere la voce bassa e di non passare davanti a camera sua. Peccato che la sua stanza sia proprio in un crocevia e per forza da quelle parti c’è transito.
Papà non ha detto niente perché, tanto per cambiare, è rientrato adesso. Questo fine settimana so già cosa mi aspetta: la soffitta. Mia mamma ha diviso la casa in settori: lei e Mimy faranno il piano terreno, Jin farà la cantina, io farò la soffitta. Papà sarà preso dalle scartoffie e Cloe dai libri.
Yri sicuramente farà il giardino. Nel senso che si divertirà con le talpe.

20 Tr. a.c.

Caro Diario,
non riesco a tenere a mente tutto, quindi ti ho portato con me in questo luogo lugubre. Sa di chiuso, di muffa, è tutto impolverato, l’interruttore non funziona e non trovo la lampadina. Quindi vado avanti a torce e candele che ho trovato.
Come posto è basso, si cammina a fatica per via di mobili vecchi e tarlati. Ogni passo solleva nuvole di polvere. Mi bruciano gli occhi e vedo a malapena.

Mamma ha detto che dobbiamo vedere di queste cianfrusaglie se qualcosa è riutilizzabile o vendibile o anche ristrutturabile o se si può buttare via. Fosse per me, butterei via tutto.

Ho trovato una vecchia scatola: son tutti soprammobili. E perfino brutti!
Una mano con unghie lunghe. (Bleah! Pare vera!)
Delle candele consumate blu, verdi, rosse, nere, gialle.
Candelabri. Ferro e ottone.
Acciarino. Rotto.
Cornici in gesso, neutre. Purtroppo riutilizzabili.
Ho trovato un comò. Dire che mi si è quasi sbriciolato non appena ho provato ad aprire un cassetto NON è esagerare.
Armadio. Manca un anta. L’altra è rovinata. Spero che i miei decidano di buttarlo via.
Lenzuola e coperte. Tarmate.
Divano. Consunto.
Tavolo… Presenta graffi e bruciature e in alcuni punti sicuramente ci hanno piantato qualcosa, anche se non saprei dire cosa.
Baule. Chiuso e pesante. Mancano le chiavi.
Scatoloni con libri. Sono geografici, astronomici ed esoterici. Ma chi ci abitava in questa casa?
… Cloe rompe per il pranzo. Ho idea che tocca a me, oggi… A giudicare dalle urla, sì. Tocca a me.

21 Tr. a.c.

Jin ha trovato la chiave del baule. Cosa ci facesse la chiave in cantina di una cosa che sta in soffitta, proprio non lo so e non penso lo saprò mai. O forse no. Intanto però sono curiosa: chissà in questo baule che cosa troverò. Nei migliori film il protagonista trova sempre qualcosa. E non è detto sia piacevole.

Lettere ingiallite.
Una pergamena mai usata, custodita in un vetrino rinchiuso in uno scrigno di piccole dimensioni che ha perso il lucchetto.
Libri. Tantissimi libri. E devo dire che sono strani.
Pugnali da lancio arrugginiti.
Una strana stella a otto punte arrugginita, sottile.
Una mazza chiodata, arrugginita. (Mazza se pesa! Ok, scusa la pessima battuta, diario)
Una veste verde.
Una maschera bianca.
Delle candele viola mai usate.
Aggeggi da scasso.
Una freccia viola.
Un anello.
Un bastone con il manico veramente… Brrr: terrificante. Ha una faccia che fa una smorfia. Dalla bocca escono due lingue e ha delle corna. Tutto il resto è intagliato.
Statuette con il medesimo soggetto del bastone.
Una bacinella con bassorilievi. È tutta impolverata, non capisco cosa rappresentino.
Stracci.
Unguenti. E non mi fido ad aprire i barattoli. Neanche un po’.
Tarocchi.
Profumi vari.
Ricette strane: ricetta del coraggio, della pazienza, della fedeltà, dell’amicizia…
Un sacchetto di velluto.
Un … Diario?

Mi chiamano. Dobbiamo andare a far la spesa. Lascio tutto qui. Oggi ho qualcosa da leggere. Altro che quel noioso “Canto del bradipo solitario”!

23 Tr. a.c.

Caro diario,
riportarti quel poco che sono riuscita a leggere è davvero complicato. Come lettura non è affatto rilassante.
Ho così fatto delle fotocopie in biblioteca. Il manoscritto è evidentemente antico, ma si è conservato e si conserva perfettamente, quindi neanche le fotocopie lo hanno danneggiato. Solo che è accaduta una cosa strana: il nero è diventato bianco e viceversa. Così, come vedrai, le scritte sono bianche. Non mi è tutto perfettamente chiaro e mi sa che da qualche parte – o in soffitta, o in cantina – ci sia un quaderno di appunti interpretativi al riguardo. Dopo vado a chiedere a Jin.

*La scrittura è disordinata e flebile in alcuni punti, in altri piccola, in altri grandi. Ci sono parole riscritte, altre cancellate. La scrittura è di un’adolescente*
Questo è il diario di S.H.B.
Maledetto sia colui o colei che mi ruberà le memorie. Maledetto sia colui o colei che tenterà di sottrarmi i segreti.

Son sempre stata contraria a mettere per iscritto qualcosa. Ma mi hanno insegnato a scrivere e per non dimenticare come si fa, mi tocca allenarmi. Nessuno mi costringe, io posso anche non farlo. Ma lo faccio. Perché oggi la giornata è stata meno monotona e disinteressante delle altre che la hanno preceduta.
Quest’oggi quella stupida è morta. E quel bastardo è stato ucciso.
E io, figlia della disgrazia e del peccato, sono viva e in un luogo dove la luce non filtra mai, per chissà quale misteriosa ragione.
Qui sento che il mio sangue non sarà disprezzato. Qui sento che la mia natura non sarà rifiutata. Qui sento che troverò risposte a domande che nessuno ha ma saputo darmi. O ha mai voluto darmi. Qui sento che vivono molti miei simili. Queste terre ospitano i rifiuti della bella e pulita cittadella. Qui sento che abitano gli assassini, i ladri, i mentecatti, i bari, gli allucinati, i pazzi. E io, sputo dei signori, rifiuto della terra, incoerenza della Natura, io che sono di sangue misto e sporco qui mi stabilirò.

(Ho trovato qualcuna più sfigata di me. Oh, che bello!)  

È spuntato dal nulla, così, sputato dalle tenebre, vomitato dalle nebbie. Creatura imponente. Aveva occhi grigio scuro, famelici, il corpo enorme, forzuto, muscoloso, un non so ché nella barba e nei suoi capelli che lo rendevano animalesco. Sapeva di bosco ma anche di carne cruda. Qualcosa in lui mi ributtava e qualcosa d’altro mi attraeva.
Il suo nome è Vence. Come comparve, se ne andò. Dovrei sperare di non incontrarlo più. E tuttavia non aspetto altro che rivederlo.

3 Gas. a.c.

Jin ha trovato solo vecchie scartoffie: conti e debiti. Gli ho chiesto di guardare meglio e lui mi ha detto di arrangiarmi. Domani, appena torno da scuola vado a cercare.

Ps: ho fatto bene a lasciare a casa il diario. Scommetto che avrebbe fatto la stessa fine che ha fatto il mio astuccio oggi: sarebbe finito nel cesso.

Una torre diroccata ma solo all’apparenza. Dentro c”è vita. Si odono schiamazzi, urla, risa sguaiate, musica lugubre o di dubbio gusto per gente troppo raffinata.
Oggi mi sono procurata da mangiare alla locanda. Ovviamente i soldi stanno scarseggiando. L’ultimo spennato è stato tirchio: si era portato da casa solo cinquanta monete. E io son tornata a sette. Questa sera o rapino qualcuno o salto la cena.

5 Gas. a.c.

A scuola mi hanno quasi presa di mira e ho dovuto lasciare stare per un po’ il diario di S.H.B. Questo pomeriggio però sono riuscita a finire presto i compiti, mi son fatta coraggio e sono scesa a vedere. Jin ha messo più confusione di quanto già non ce ne fosse, ne son sicura.
Ho cercato, ma effettivamente quando son risalita per la cena non avevo concluso niente.
E tanto per farmi un complimento gentile Cloe ha storto il naso e ha detto: “puzzi da morto”.

Mi mancavano i suoi complimenti. Pensavo che lo studio le avesse azzerato il suo quoziente intellettivo bruciandolo del tutto. Mi sbagliavo. Come sempre.
Ho fotocopiato un’altra pagina… Mi rincresce solo non ci siano date. Devo ancora leggerla perché mi piace farlo con calma… Quindi non so ancora cosa ci sia scritto…

Lascia un commento